Critiche e Recensioni

“L’arte di Eleda”
a cura di Barbara Cassani

Si srotola dal cielo e nel percorso dal cielo alla terra si nutre degli elementi alchemici che la accolgono.
Con vincoli strutturali ancestrali, i sui fili di rame e d’argento sono segni grafici che si materializzano. Così nascono sculture… che diventano lampade… pannelli… e ci svelano direzioni nello spazio… fino a raggiungerci nel corpo, raccontando di poetiche visioni: ecco i suoi gioielli, a volte compatti nella materia, con vetri che mostrano pitture; altri… leggeri e morbidi come un merletto che disegna cerchi, come una carezza che diventa un simbolo.
In altri ancora i fili si irrigidiscono, per affermare architetture di elaborazioni in divenire.
Gioielli “preziosi” concepiti con intento di luce che potenziano la nostra energia.

“Eleda e la sua arte sono una per l’altra”
a cura di Barbara Cassani

… come un contenitore che conserva dei reperti…
Eleda apre e chiude i coperchi che conservano la storia…
di Lei … del mondo… delle passioni… e dei sogni che si materializzano.
Se vogliamo camminare sul bordo di un vulcano… possiamo farlo attraverso i suoi cementi.
I fossili, che umilmente emergono dai suoi racconti, ci rimandano alle origini della vita.
Niente è andato perduto… sembra pulsare il colore, nei vetri che sceglie: i verdi vivono di vegetazione, di foreste inesplorate e gli aranci ed i rossi, scaldati dal sole, ci raccontano di una luce interiorizzata, di energie tramandate.
Tutto è in silenzio ed immobile. Come fossero fotografie, le sue opere diventano specchio… dei sentimenti… forse.
E di qualcosa che non riusciamo a mettere a fuoco.

“Eleda Calandriello – Pittrice e Scultrice”
a cura di Giorgio Palumbi

L’idea, intuita dal pensiero ed elaborata dalla mente attraverso l’emozione, rappresenta il vero motore dell’Arte che, sperimentando l’immaginato rendendolo visibile, diviene promotrice dell’intrapreso viaggio nel firmamento dei sogni.
La sensibilità e la capacità della pitto-scultrice Eleda Calandriello, di evocarne le pulsioni provate e di narrarne le catturate sensazioni e gli aspetti onirici percepiti dagli occhi e dalle personali sensazioni, divengono, così, le protagoniste della sua affascinante costante sperimentazione della “materiavetro”, fra le quali primeggiano le trasparenze dell’ammiccante splendore di quelle “Tiffany”.
Vetrate, pannelli e lampade, nelle cui diversificate tecniche realizzative la stessa totalmente si coinvolge, prendono, quindi, vita diffondendo librati riflessi che consentono alle luminosità di estendersi dalla realtà della forma per inoltrarsi nell’essenza dell’universale con fantastici effetti cromatici, a testimoniare il divenire ed il dissolversi dell’esistenza.
Atmosfere immaginative tra realtà ed artificio che movimentano lo sguardo riconducendo a memorie primordiali e trasportando lo spirito in un profondo “back-ground” interiorizzato nel quale, l’Artista, sa sensibilmente approdare, rivelando il mondo in sé sentito e provato.
Opere uniche, irripetibili ed inalterabili, quelle elaborate, che permettono una particolare fruizione di colori e segni saputi esplorare dal cuore e dalla mente, riconducendo ai tempi oramai trascorsi la cui storia sembra essere narrata e rivissuta attraverso colorazioni sussurrate dai riflessi generati dall’ampia scelta dei puzzles vetrosi, dallo studiato taglio e con talento applicato, le cui voci vengono restituite allo sguardo affascinato dell’Osservatore.
Impegno profuso da Eleda Calandriello per creare la luce attraverso la forma, sapientemente diretta all’occhio di chi si pone dinanzi alle sue cromatiche realizzazioni per poter essere, poi, interpretate e restituite a seconda del proprio stato d’animo.
Colori, quindi, come lettura della propria esistenza, da cui l’astrattezza prorompe concretizzandosi nelle sue colte vedute costruttive, attraverso le quali vive il temperamento artistico dell’Autrice, donatrice di intime e magiche sensazioni.
Frammenti di vetro, dunque, che non sono solamente colorate utopie lunghe le immaginate rotte segnate dalle mappe dei sogni alla ricerca di mondi altri, ma tracciati di vita per scoprire nuovi percorsi fatti di compiaciute emozioni e di esuberanti stupori.

Esposizione “Sentieri” – Galleria Spazio 120, Roma
A cura di Barbara Cassani

Emozioni intense (“Dimensione Suono”) ci chiamano da una vetrina che ci calamita dentro uno specchio: uno spazio dove il mistero e il colore diventano una composizione alchemica di risonanza.

una vibrazione (il sentiero del sogno)
uno spazio incontaminato (vela)
un’emozione profonda (soglia interiore)
emerge
e ci viene incontro
diventando un riflesso di luce
che trasforma in eco
la materia pittorica che lo avvolge.

Un ritmo interiore trova una collocazione nel mondo e si identifica in un “fossile” o in un messaggio “siderale” per svanire in una “costellazione”, si muove in spazi di profonda meditazione (felis) componendosi e scomponendosi nell’indecisione “in divenire”. Tutto è insieme e contemporaneamente l’insieme non esiste.

“MATRIX” ci riconduce al vero, al sogno, al divino, alla sintesi di quel che siamo e fotografa il magico mistero dell’esistenza. Quasi spietato quel bianco di “evoluzione”: non c’è spazio per nessun di più e nessuna distrazione. Solo la consapevolezza può darci la chiave per entrarci dentro.

“TESTIMONIANZE”: quasi una nostalgia ai primordi di impronte fossilizzate che diventano ordito, su cui potremo tessere le nostre storie.

Questa emozionante circolarità di energia, tra le opere e chi le osserva, ci rimanda a un calore e ad una luce che ci appartiene.

Fuori dagli schemi e dall’immaginazione tutto si traduce in partecipazione di vita vera e tutto brilla di luce propria. Questa mostra è come un cuore che pulsa. Grazie.

Esposizione – Galleria Fasoli
A cura di Barbara Cassani

L’ispirazione di alcuni Haiku (giapponesi e non – antichi o contemporanei) scrivono una data d’inizio per il percorso d’arte di Eleda Calandriello. Come se le poche righe di poche parole di quei testi, che scandiscono metaforicamente un tempo esistenziale, la chiamano a loro in armonica risonanza.

Così nasce un microcosmo in cui tutto è riconducibile solo a se stesso e contemporaneamente ogni piccola opera richiama a un’altra e tutte insieme diventano coro di una sola musica. Queste vibrazioni ci raggiungono attraverso la materica superficie di vetri colorati che Eleda ha scelto per comunicare la sua “pittura”: incisiva, affermativa di una magia che ci appartiene. Mentre lo specchio ci rimanda “quel momento sospeso” che fa risonanza col tempo, coi ritmi, con la storia; e ci riporta a noi.

Tutto si ferma, mentre si percepisce che tutto è in movimento: siamo noi che diventiamo sguardo. Così “il richiamo” delle 3 sirene strabiche: la prima (vetro e specchio) a filo d’acqua; la seconda: dentro l’acqua; la terza: completamente immersa…

Spazi e geometrie ci raccontano di un “simbolico” rielaborato fuori dal perimetro di appartenenza. I testi di Haiku inseriti in alcune opere sottolineano poeticamente l’umiltà del qui e ora, riconoscendo alla parola scritta, il potere di interagire energicamente.

“Pianeta di mare” e “Pianeta di suono” ci accolgono e ci avvisano di esser loro le due sfingi: forti e inaccessibili guardiani del non visibile.

“Atmosfere immaginative”
A cura di Giorgio Palumbi

Atmosfere immaginative tra realtà ed artificio che movimentano lo sguardo riconducendo a memorie primordiali e trasportando lo spirito in un profondo “ back-ground” interiorizzato nel quale, l’Artista, sa sensibilmente approdare, rivelando il mondo in sé sentito e provato.
Opere uniche, irripetibili ed inalterabili, quelle elaborate, che permettono una particolare fruizione di colori e segni saputi esplorare dal cuore e dalla mente, riconducendo ai tempi oramai trascorsi la cui storia sembra essere narrata e rivissuta attraverso colorazioni sussurrate da riflessi generati dall’ampia scelta dei puzzles vetrosi, dallo studiato taglio e con talento applicato, le cui voci vengono restituite allo sguardo affascinato dell’Osservatore.
Impegno profuso da Eleda Calandriello per creare la luce attraverso la forma, sapientemente diretta all’occhio di chi si pone d’innanzi alle sue cromatiche realizzazioni per poter essere poi interpretate e restituite a seconda del proprio stato d’animo.
Colori, quindi, come lettura della propria esistenza, da cui l’astrattezza prorompe concretizzandosi nelle sue colte vedute costruttive, attraverso le quali vive il temperamento artistico dell’Autrice, donatrice di intime e magiche sensazioni.
Frammenti di vetro, dunque, che non sono solamente colorate utopie lungo le immaginate rotte segnate dalle mappe dei sogni alla ricerca di mondi altri, ma tracciati di vita per scoprire nuovi percorsi fatti di compiaciute emozioni e di esuberanti stupori.

“Fasci di luce”
A cura di Giorgio Palumbi

Fasci di luce, quelli dell’Artista, che, nell’avvolgere colori dalle diverse tonalità ed agili raffigurazioni, sembrano sfiorare lo sguardo ed il pensiero dell’osservatore, donando carezzevoli sensazioni dirette al cuore per volarvi dentro lungo un percorso profondo ed appassionato amore, reso palpabile dalle emozioni provate attraverso una loro visione astratta. Luoghi dell’infinito, le sue rappresentazioni, che, esteriorizzando la magnificenza di un profondo universo interiore, si manifestano con opere materiche di esaltante espressività, facendosi protagonisti di armonici cromatismi che sanno validamente descrivere sentimenti ed emozioni filtrandone e sintetizzandone le sensazioni. Vitree sperimentazioni geometriche, quelle di Eleda Calandriello, scandite da un’attenta ricerca e da un uso accorto della luminosità i cui effetti, con plasticità, accompagnano gli spazi assegnati rifrangendo velate decorative trasparenze e sfumati riverberi nella cui suggestiva limpidezza l’essenzialità della forma viene esaltata dalla purezza della luminosità cromatica realizzata. Elevata caratura Artistica, quella raggiunta dall’Autrice, che sa con valentia esprimere il proprio impulso creativo, fatto di misterica fantasia e caleidoscopica cromia, per oniricamente narrare guizzanti architetture dalle quali traspaiono sentimenti astrattamente animati dal suo stile innovativo. Pitto-sculture, le sue, che sanno scrutare il lontano orizzonte dell’immaginazione attraverso vetri attentamente frammentati e con sapienza composti per ottenere affascinanti raffigurazioni, mettendo in risalto il suo spettacolare virtuosismo che sa sollecitare la curiosità e lo spirito d’osservazione, in un dialogo visivamente percepito dall’esaltante brillantezza creata dall’Artista, celestialmente trasportata dal suo suadente e raffinato immaginato. Tecnica innovativa, la sua, generata da un genialmente strutturato linguaggio artistico libero da vincoli segnici e di forma, in grado di elaborare una nuova grammatica estetica, capace di entusiasmare e di produrre profonde interiorizzazioni, a testimoniare che una poetica contemporanea, come quella utilizzata, può validamente comunicare le emozioni movimentate dalla sensibilità dell’anima, facendone un ascolto simile a quello di voce sussurrata al vento. Arte, dunque, quella di Eleda Calandriello, fortemente pulsiva di delicate suggestioni, i cui stupori, sollecitati da una realtà “altra” fatta di itinerari densi di sensazioni, sono dall’Autrice affidati ad una nuova visione nella quale la creatività si ammanta di esaltanti segni e di entusiasmanti bagliori raccolti nel significativo diario estetico ed etico delle sue opere che non si fermano dalla percezione ma se ne propongono quali sublimi interpretazioni.

“Dietro le quinte”
A cura di Barbara Cassani

L’arte di Eleda
forse nasce da una stella…
Forse ci raggiunge come un suono,
un respiro del cosmo che si materializza attraverso
la sua gestualità.
Guardando i suoi quadri ci sentiamo parte
di uno spazio immenso.
Confini suggeriti da inclinazione dell’orizzonte delimitato
da grandi stesure di colori:
la lava incandescente degli aranci e dei rossi:
l’azzurro di un mare o di un cielo notturno.
Il colore vibra nelle sue opere,
diventa parte della nostra epidermide:
ci attraversa una sensazione di “libertà”…
come divenissimo un’estensione divina.
Semplice,
in estrema sintesi,
la sua arte vive di vita propria e ci chiama a condividerla.
Ci invita “dietro le quinte“ per scoprire quello che non si vede,
ma c’è.
Ci suggerisce di “viaggiare dentro“ sempre più,
per vedere quello che non possiamo:
come in teatro, dietro le quinte, c’è un habitat diverso,
ma parallelo allo spettacolo.
Un mondo che esiste, anche se non lo vediamo.
Se non abbiamo paura,
la sua arte ce lo mostra.

“Costante evoluzione”
A cura di Elena Gollini

La formula espressiva di Eleda evidenzia un’impronta di continua ricerca di evoluzione e definizione, un desiderio di perfezionamento crescente e progressivo, che le consente di raggiungere risultati di indiscussa resa estetica. Eleda nella sua maturità di formazione è perfettamente capace di bilanciare sintesi e forza esecutiva, dinamismo formale ed essenzialità garbata delle strutture, vivacità e sobrietà. La sua poetica creativa è fatta di un lavoro energico e delicato al tempo stesso. Ed è proprio la tensione risultante da questi equilibri di bilanciata armonia compositiva che garantisce un’orchestrazione sempre ottimale e produce delle piacevoli assonanze e sintonie tra i vari elementi e componenti.

Per Eleda l’evoluzione stilistica del proprio linguaggio è la presa di coscienza che l’arte è innanzitutto la manifestazione tangibile e visibile di un sentire e porta con sé anche la presenza di una concettualità simbolica astratta, che viene contestualizzata attraverso l’atto creativo nella sua vitale concretezza.

Eleda vuole indagare e scandagliare il multiforme linguaggio delle arti in tutti i suoi aspetti, delineando un suo incipit peculiare, una sua originale ed eclettica tendenza che rifiuta ogni standard preconfigurato a monte.

La passione con la quale si dedica al mondo del gioiello artistico è davvero lodevole e le permette di sviscerare tutte quelle risorse e quelle potenzialità insite nel suo innato talento.

Per lei l’atto creativo di un quadro equivale al fervore gioioso di contemplare la bellezza del creato, percependone e assorbendone la forza vitale e traendo ispirazione per farsi narratore della sua stessa meraviglia.

Ecco da qui anche la capacità di mantenere una grande pacatezza, di essere e rimanere modesta e senza pretese esibizionistiche e smanie di protagonismo.

Eleda è una donna-artista calata in un ruolo coerente con i propri ideali esistenziali e principi cardine, che racconta la sua verità emozionale e sa aprire una finestra sul mondo, per accogliere e sentirsi accolta senza riserve.

“Narratrice di meraviglie”
A cura di Elena Gollini

Per Eleda l’atto creativo equivale al fervore gioioso di contemplare la bellezza del creato, percependone e assorbendone la forza vitale e traendo ispirazione per farsi narratrice della sua stessa meraviglia.

Eleda vuole indagare e scandagliare il multiforme linguaggio delle arti in tutti i suoi aspetti, delineando un suo incipit peculiare, una sua originale ed eclettica tendenza che rifiuta ogni standard preconfigurato a monte. La passione con la quale si dedica al mondo del gioiello artistico è davvero lodevole e le permette di sviscerare tutte quelle risorse e quelle potenzialità insite nel suo innato talento.

Per Eleda vale un principio cardine fondante, secondo cui possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente assolutamente niente sostituisce lo sguardo dell’essere umano e tutto parte proprio dal sentirsi addosso uno sguardo di sincero e completo apprezzamento. Senza uno sguardo siamo particelle invisibili e insignificanti.

In certi sguardi si intravede e si percepisce un senso di infinito. Per Eleda il giudizio estetico risiede nella mente dell’occhio, in quanto l’anima di una persona è nascosta e celata nel suo sguardo.

I gioielli di Eleda non devono soltanto essere guardati e ammirati, ma ti guardano a loro volta con ammaliante e permeante fascino, hanno vita propria, si accendono e si animano per comunicare un tripudio sensoriale, per risvegliare sensazioni sopite e ancora inespresse. Indossare un gioiello significa per Eleda rendersi portavoce di messaggi insiti, sottesi, significa avere la consapevolezza di possedere un oggetto prezioso riconoscibile, che ci qualifica e ci rende diverse, inimitabili, trasmettendo e sprigionando all’esterno forte carica di energia vitale.

È una donna-artista calata in un ruolo coerente con i propri ideali esistenziali e principi cardine, che racconta la sua verità emozionale e sa aprire una finestra sul mondo, per accogliere e sentirsi accolta senza riserve.

Ecco da qui anche la capacità di mantenere una grande pacatezza, di essere e rimanere modesta e senza pretese esibizionistiche e smanie di protagonismo.

“Multiforme creatività”
A cura di Elena Gollini

Eleda possiede una spiccata sensibilità empatica ed un innato buon gusto, che la supportano nelle scelte e la guidano nello spaziare su proposte di grande classe e finezza, che restano sempre attuali.

Per ogni sua opera Eleda usa un approccio creativo assimilabile a quello di un artista scultore e i suoi pezzi pregiati sono proprio come delle piccole sculture forgiate e modellate appositamente per poter essere indossate e sfoggiate ad hoc.

Sono da considerare delle opere d’arte a tutti gli effetti e hanno una loro speciale procedura realizzativa, che richiede grande perizia tecnica e sapiente abilità strumentale proprio come un vero processo di elaborazione fatto ad arte. Ogni pezzo nasce e si genera come esemplare unico e con una propria caratterizzante connotazione distintiva.

Eleda rifugge da qualunque emulazione seriale, pedissequa e copiativa e studia con certosina e meticolosa attenzione ogni minimo dettaglio compositivo, senza tralasciare mai nulla, per ottenere delle creazioni stilose e sui generis, di elevata qualità costitutiva e di notevole resa scenica
. Eleda crea non soltanto per il piacere della creazione fine a se stessa, ma si sente permeata da una vocazione incalzante e viscerale, da una passione pura che la porta a immedesimarsi e a fondersi in simbiosi con la destinataria dei suoi gioielli.